Scoprite i luoghi della fede costruiti nelle Terre del Cerrano da duemila anni di Cristianesimo. Per fare un turismo religioso e culturale di qualità è importante conoscere la storia della fede in questo territorio e scoprire quali sono i luoghi dove si venerano da secoli Santi e reliquie, dove sono avvenuti celebri miracoli e dove si recano i pellegrini per pregare. Nelle Terre del Cerrano vi sono molti luoghi, alcuni celebri a livello nazionale, altri minori, ma tutti accomunati dal profondo senso di raccoglimento e preghiera che offrono al visitatore e al pellegrino. Anche gli eventi e le manifestazioni più importanti sono legate ai riti del Cristianesimo.
Gli eventi più importanti:
Lu Sant’Andonie (Sant’Antonio), 16-17 Gennaio
Il 17 gennaio nelle Terre del Cerrano si svolge la festa di S. Antonio Abate, una festa molto antica circondata da molte leggende che variano di paese in paese. È caratterizzata da un’ orazione recitata, la sera del 16 gennaio, da un gruppo di persone che cantano per le case e le masserie di campagna “Lu Sand’Andùne”. Il Santo celebrato in questa data non è S. Antonio di Padova ma l’abate di Kòma d’Egitto, vissuto nella seconda metà del III secolo in ritiro nel deserto dopo aver ceduto tutti i suoi beni ai poveri. Sant’Antonio è il protettore del fuoco e degli animali; per questo, soprattutto i contadini, gli sono molto devoti, dato che la morte di un animale domestico è considerato una grande disgrazia. Nelle stalle dei contadini non manca mai un’immagine del Santo. Nei giorni che precedono la festa molti invitano il parroco per benedire le stalle con tutti gli animali. Inoltre, S. Antonio viene invocato anche per resistere al male, detto “Fuoco di S. Antonio”. È tradizione mettere in atto una rappresentazione in cui compare il diavolo, vestito con corna e forcone, nell’intento vano di tentare il Santo. Dopo la rappresentazione si è soliti mangiare salsicce, salsicciotti, formaggio, prosciutto e bere del buon vino.
Quaresima e Settimana Santa
La quaresima, che segue il Carnevale, continua, ancora oggi, a essere un periodo di astinenza e di penitenza; in questo periodo non si fanno feste e non ci si sposa, perché come vuole la tradizione, questo è un periodo di attesa di tempi migliori. Nelle chiese, durante la Quaresima, si tiene la stessa cerimonia per tre giorni consecutivi, chiamata delle “quaranta ore”, ed ha termine nella domenica di passione. I cittadini alle tradizioni religiose ne affiancano altre di carattere superstizioso, le cui origini risalgono a tempi antichissimi, e che oggi sono praticati solo da pochi. Il primo venerdì di Marzo, ci si usava tagliarsi i capelli, affinché questi ricrescessero più lunghi e belli e per poter evitare in questo modo il mal di testa. Al tramonto della domenica delle Palme l’atmosfera, giustamente, si incupisce, si entra così nella settimana Santa che ricorda la Passione di Gesù Cristo. Particolare solennità assume il giovedì Santo, dedicata alla visita dei cosiddetti Sepolcri.
La Passione, periodo Pasquale
In genere si tiene il Giovedì delle Ceneri o comunque nella settimana antecedente la domenica di Pasqua. Si tratta di un evento che si replica nelle Terre del Cerrano da anni. È stata riproposta in tutte le salse dal recitativo sui dialoghi e sulle musiche di lungometraggi celebri come “La Tunica” o “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli, fino ad arrivare ad una rappresentazione itinerante per le vie della cittadina. Le rappresentazioni sono suggestive e volte alla valorizzazione anche dei monumenti presenti nel territorio. La manifestazione richiama moltissimi turisti e fedeli che sentono particolarmente l’evento. Le strade e le piazze coinvolte sono affollate di persone e spesso occorre precipitarsi diverse ore prima dell’orario previsto.
Processione del Venerdì Santo
Tradizionale Processione lungo le vie dei centro delle città. Vengono portate a spalla le statue del Cristo morto, della Madonna Addolorata e una rappresentazione del Monte Calvario con le tre croci. È da sottolineare il valore artistico dell’urna di Atri in cui è posta la statua di Cristo: si tratta di un raro esempio, in Abruzzo, di Scuola napoletana della seconda metà del XIX sec.,con una pregevole lavorazione ad intagli decorata a foglia d’oro.
Santa Reparata, Il primo lunedì dopo Pasqua
Da quando Santa Reparata divenne protettrice di Atri, si fecero in suo onore grandi feste con ricche offerte. Secondo la tradizione due sono le feste dedicate a S. Reparata durante l’anno: nella domenica in Albis e il giorno seguente e l’otto ottobre. Oggi la festa viene celebrata il primo lunedì successivo al giorno di Pasqua come “festa pacis Adrie”, cioè festa della pace di Atri. Secondo la tradizione la protettrice di Atri, salvò la città in due occasioni: la prima fu quando, assieme alla Vergine Maria, con delle spade infuocate, liberò miracolosamente la città dagli invasori Saraceni; la seconda, invece, in occasione di un terribile terremoto. Oggi questa festa non è molto vistosa come un tempo, anche se è molto osservata dai cittadini. Il momento centrale della festa è la processione con la statua della Santa, che tiene in mano la riproduzione della città protetta.
Ascensione (Cristo Risorto), quaranta giorni dopo Pasqua
Nella tradizione delle Terre del Cerrano l’Ascensione, un tempo veniva osservata con liturgie, canti e preghiere per fare in modo che vi fosse un buon raccolto e per uccidere tutti quegli animali e insetti che nuocciono al buon esito del raccolto. Infatti, bisogna ricordare che in questo periodo iniziano due momenti importantissimi della vita dei contadini: la mietitura e la trebbiatura. Il giorno dell’Ascensione si mangiano latticini freschi, come quagliate, giuncate e ricotte, questo perché, secondo la tradizione popolare, il latte come l’acqua, ha un potere purificatorio.
Assunzione, 14 – 15 Agosto
La sera precedente l’Assunzione, il 14 agosto, ad Atri si svolgeva la fiera delle cipolle per la provvista invernale, questa fiera della vigilia era il preludio della grande fiera, molto rinomata ancora oggi, che si svolge il giorno dell’Assunzione con un afflusso di turisti notevole. Intanto nella Basilica Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, si ripete il rito dell’Apertura della Porta Santa. La porta, chiamata dagli atriani “la porta del perdono”, viene aperta dal Vicario e da la possibilità ai fedeli di ricevere delle indulgenze. Accanto a questa porta, fino a non molto tempo fa, c’era un sarcofago con il corpo del Beato Nicola, il cui teschio era visibile attraverso un vetro. Secondo la leggenda si trattava di un povero mendicante di nome Pisciella che la sera entrò nella chiesa, si addormentò e vi morì, proprio sulla soglia della porta Santa. Le campane della Cattedrale, benché nessuno avesse tirato le funi, si misero a suonare per annunziare la sua morte. La gente, al suono delle campane, accorse in chiesa e accortasi del morto si gridò al miracolo. Da quel momento il popolo cominciò a venerare il Beato, credendo che la sua testa prendesse una posizione diversa ogni anno, e da ciò se ne traeva l’oroscopo per prevedere l’andamento del raccolto.
L’Immacolata (Li Faègn – I Faugni), 7-8 Dicembre
Nelle Terre del Cerrano tale festa assume un aspetto particolarmente interessante; la sera che precedeva la festa, secondo la tradizione, lungo i sobborghi dei paesi si accendevano dei falò, dove la gente si raccoglieva per recitare alcune preghiere in onore della Madonna. In Atri, invece, vi è una tradizione che risale a tempi antichissimi, quella dei “faugni”. Nel penultimo articolo (385) dell’antico “Statuto Municipale” vi è un inserzione, che dice: “ut aiunt con faugni di canne”; praticamente, si tratta di un corteo chiassoso che ha luogo all’alba dell’otto dicembre. Esso si snoda fra le cosiddette “rughe” del paese, le vie storiche del centro, con delle fasce di canne secche accese, creando così un’ atmosfera molto suggestiva. Il chiasso festoso servirebbe a svegliare tutti coloro che non partecipano alla veglia per invitarli a parteciparvi. Dopo questo inizio festoso, l’avvenimento continua con la solennità della processione in onore dell’Immacolata. L’avvenimento si conclude, dopo la celebrazione della Santa Messa, con una festosa e simpatica manifestazione che termina con l’incendio di un fantoccio femminile “la pupa”, che arde emanando allegri e rumorosi botti. Infine, un detto popolare, su tale festività, dice: “La Madonne de Cuncette, da Natale diciassette”, cioè dall’Immacolata, mancano diciassette giorni a Natale.
La Vigilia di Natale, 24 Dicembre
Durante la vigilia di Natale è rimasta la tradizione degli “zampognari o ciarmellari” che, vestiti da pastori, attraversano le vie del paese fermandosi di casa in casa per cantare la loro novena. I borghi vengono arricchiti con mercatini, eventi, feste, esposizioni enogastronomiche, degustazioni e, per i piccolini, la “Casa di Babbo Natale” e Dopo aver digiunato tutto il giorno, la sera della vigilia ha luogo il cenone, il quale, se viene rispettata interamente la tradizione, si compone di nove portate per ricordare i nove mesi della permanenza di Gesù Bambino nel seno della Vergine Maria, oppure di sette portate a ricordo dei sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio. Nelle case in cui c’è un camino, viene posto sopra il focolare il cieppo (lu ciuccu), nel ricordo di quello che San Giuseppe cercò di trovare nella notte Santa per riscaldare Maria e Gesù Bambino. I carboni del ceppo, fatti benedire dal parroco, vengono poi sparsi nei campi affinché il grano cresca rigoglioso.
Turismo religioso in Abruzzo
Molti dei luoghi abruzzesi che nel tempo sono diventati importanti dal punto di vista religioso, devono la loro fama presso la popolazione a diversi motivi, sia per i prodigi a cui hanno dato vita, sia per l’opera di cristianizzazione che hanno messo in atto alcuni illustri uomini di fede, poi diventati santi. Ciò ha portato alla costruzione di famosi santuari, che rappresentano tuttora il punto di arrivo di molti fedeli, che si spingono a visitare anche tante altre zone adibite alla preghiera spesso correlate all’esistenza di santi e beati dell’Abruzzo. Essi sono luoghi che rappresentano un rifugio per tutti quei pellegrini che hanno bisogno di sostegno e speranze. Importanti e affollati santuari, quindi, ma anche molti altri centri di preghiera relazionati alla figura di Papa Celestino V o di altre figure sante della regione, che rappresentano una meta ambita tra tutti i pellegrini o i semplici turisti che vogliono avvicinarsi ad una maggiore conoscenza di tutto ciò che riguarda il passato dell’Abruzzo.
Santuario di San Gabriele dell’Addolorata a Isola del Gran Sasso
Il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata è situato ai piedi del Gran Sasso, nei pressi di Isola del Gran Sasso, e rappresenta l’edificio religioso più importante di tutta la regione, contando più di un milione di visite annue. San Gabriele dell’Addolorata, a cui è dedicata la costruzione, si chiamava Francesco Possenti (1838 – 1862) ed era nato ad Assisi. Decise di consacrare la propria vita a Dio a partire dalla maggiore età e rimase, dal 1859, in questa zona del Gran Sasso fino alla morte che avvenne precocemente dopo pochissimi anni, per via di una malattia. Il 1908 è l’anno in cui si decise di procedere alla sua beatificazione, mentre nel 1920 fu proclamato santo, dopo aver vagliato diverse opere miracolose di cui si pensò subito fosse lui l’artefice in base alla sua popolarità tra i fedeli. Papa Giovanni XXIII nel 1959 lo dichiarò patrono della regione Abruzzo. Già nel 1908 si decise di edificare per lui una chiesa sostituendola con un altro edificio sacro più antico, probabilmente voluto da San Francesco. E 62 anni dopo sono cominciati i lavori per la costruzione di un altro santuario, che fu aperto al pubblico per la prima volta nel 1985 daGiovanni Paolo II. Esso è formato da una grande stanza di 90 metri per 30 che è capace di contenere migliaia di pellegrini. La vecchia costruzione custodisce ancora il sepolcro di San Gabriele e le sue spoglie dentro un reliquiario bronzeo, la sala dei Doni, e una collezione intera di ex voto e di oggetti che appartenevano al santo. Ogni giorno è affollatissimo di pellegrini, ma i giorni più visitati sono senz’altro il 27 Febbraio, che coincide con il giorno in cui egli morì, il terzo mese dell’anno, che per i giovani che frequentano le scuole superiori coincide con una data importante, vale a dire 100 giorni prima degli esami di stato, e il mese di Agosto in cui i ragazzi organizzano una tendopoli. Non è difficile recarsi al santuario per la sua vicinanza a Isola del Gran Sasso e poiché esso non è lontano dal casello autostradale “Colledara” lungo la A24 Roma-Teramo. Per maggiori dettagli si può contattare il numero 0861.976145 oppure 0861.975760. o visionare il sito all’indirizzo www.ecosg.com
Santuario del Miracolo Eucaristico di Lanciano
Nel 1258 sulle fondamento di una più antica chiesa venne costruito il santuario di San Francesco, nella parte centrale di Lanciano vecchia: esso viene oggi chiamato il Santuario del Miracolo Eucaristico perché custodisce le reliquie di uno straordinario miracolo. Secondo quanto si racconta da secoli, all’interno della vecchia chiesa di San Legonziano (sulla quale fu poi edificato il santuario) viveva un monaco che nutriva perplessità circa la natura di Cristo nell’Eucarestia. Accadde che durante una celebrazione l’ostia e il vino divennero realmente corpo e sangue: la testimonianza più evidente oggi sono proprio le poche gocce di sangue raggrumato che furono vino e uno strato sottile di carne che un tempo fu l’ostia, custodite attualmente in un reliquiario del 1713 e in un bicchiere di cristallo. Accurate analisi, le prime nel 1971 e le seconde dieci anni dopo, provano che le reliquie sono realmente parti dell’organismo di un uomo, ma non portano alcuna traccia di trattamenti di conservazione. In questo celebre edificio sacro annualmente giungono tantissimi pellegrini, e fra di essi si ricorda la visita dell’allora arcivescovo di CracoviaKarol Wojtyla, nella seconda metà del secolo scorso. Lanciano è raggiungibile dall’autostrada A14 Bologna-Taranto, casello “Lanciano“. Per maggiori dettagli si può contattare il numero 0872.713189.
Santuario del Volto Santo di Manoppello (Pe)
Nelle vicinanze del paese di Manoppello si scorge il celebre santuario del Volto Santo, sempre affollatissimo di pellegrini, ma soprattutto la seconda domenica del mese di maggio. È stato edificato nel periodo che intercorre tra il 1617 e il 1638, e restaurato nel 1900. Esso è conosciuto a livello nazionale perché al suo interno è conservata una reliquia antica: un’immagine che raffigura il volto di Cristo. Si racconta che un uomo di cui nessuno sa nulla si sia recato dal nobile Giacomo Antonio Leonelli nei primi del 1500 e gli abbia lasciato questo suggestivo telo, e che poi sia scomparso. Alcuni studiosi affermano che “il volto santo” era già stato descritto in Terrasanta da altri studiosi antichi che lo associavano al velo che la Veronica usò per asciugare il viso di Cristo. Fu chiamato Veronica (dal nome della donna ma anche con il senso di Vera Icona) e fu rubato dall’Urbe dove era custodita. All’interno dell’edificio sacro si trovano anche una collezione di ex voto, una struttura museale ricca di capolavori artistici religiosi, e una foresteria. A Manoppello si arriva dalla statale Tiburtina o dall’autostrada A25 Roma-Pescara, uscita al casello “Alanno-Scafa”. Per maggiori dettagli si può contattare il numero 085.859118.
Santuario della Madonna dei Miracoli a Casalbordino (Ch)
Il Santuario della Madonna dei Miracoli si trova vicino al mare e a Casalbordino, ed è reso celebre da un’apparizione del XVI secolo: la Madonnaapparve ad un agricoltore che stava pregando mentre andava a lavorare. Il giovane, di nome Alessandro Muzii, ebbe la visione mentre si trovava in un bosco di querce e gli fu detto che l’incessante pioggia caduta il giorno prima era la furia di Dio che si abbatteva sulla popolazione peccatrice. Dapprima in quel punto è stata costruita una cappella, oggi questa è sostituita da una santuario edificato nella prima metà del 1800 ed è sempre piena di fedeli, soprattutto l’11 Giugno. Persino lo scrittore Gabriele D’Annunzio ne parla nella sua opera “Il trionfo della Morte” e il pittore Francesco Paolo Michetti ne ha tratto ispirazione per un suo quadro. A Casalbordino si arriva tramite l’autostrada A14 Bologna-Taranto, uscita al casello “Vasto Nord”, oppure tramite la statale 16 Adriatica. Per maggiori dettagli si può contattare il numero 0873.916100
I cosiddetti “santuari minori”
La lista dei luoghi sacri d’Abruzzo è ancora molto lunga e conta anche numerose chiese che, seppur non conosciute a livello nazionale come le precedenti, hanno notevole importanza per i fedeli del luogo. Esse sono i santuari della Madonna della Libera di Pratola Peligna, della Madonna dell’Oriente di Tagliacozzo, della Madonna dei Bisognosi diPereto, della Madonna della Croce di Roio dell’Aquila, della Madonna dello Splendore a Giulianova, di Santa Maria dei Lumi a Civitella del Tronto, della Madonna delle Grazie a Teramo, della Madonna dei Sette Dolori a Pescara, di Santa Maria della Croce di Pietranico, della Madonna Incoronata a Vasto, della Madonna delle Grazie di Monteodorisio e l’oratorio della Madonna delle Grazie ad Alanno. E ancora: i santuari di Santa Lucia a Rocca di Cambio, di Santa Irene a Catignano, di San Marziale a Torricella Peligna, di San Giovanni Battista a Bisegna, del Beato Nunzio Sulprizio a Pescosansonesco e di San Tommaso Apostolo a Ortona. Poi sono presenti anche quelli espressamente rivolti alla passione di Cristo, come la Scala Santa di Campli e il Santuario del Crocifisso del Crociato a Musellaro.